Il progetto ha l’obiettivo di proteggere la foresta pluviale e di finanziare costanti misure di protezione in questo ambito. Nello stesso tempo, si intende fornire un sostentamento vitale alla popolazione dei Babatana. Il progetto garantisce i diritti della popolazione autoctona sul territorio e sulle risorse e incrementa così le loro opportunità di contrastare il cambiamento climatico. Il progetto punta a fare in modo che le regioni interessate siano le prime aree terrestri giuridicamente riconosciute sotto tutela sulle Isole Salomone da quando è entrato in vigore il Protected Areas Act (PA Act) nel 2010. Il progetto pone fine al disboscamento e all’estrazione di materie prime su larga scala, garantisce i diritti territoriali della tribù e le offre una fondamentale alternativa per il sostentamento. La conservazione di questo serbatoio naturale di carbonio genera certificati di CO₂, che hanno l’obiettivo di fornire una compensazione finanziaria alla perdita di guadagni nell’industria del legno. Questi fondi vengono utilizzati per finanziare attività di protezione della natura e per sostenere imprese comunitarie come i gruppi femminili di risparmio.
La foresta pluviale è una speciale area di protezione della biodiversità e alberga numerose specie endemiche
In ragione della sua posizione isolata e delle sue caratteristiche bio-geografiche, la foresta pluviale nella Babatana Area delle Isole Salomone possiede un’affascinante e particolare biodiversità ed è la patria della tribù Sirebe. La zona fa parte del «Kolombangara to Mount Maetambe River Corridor» ed è ufficialmente riconosciuta come «Key Biodiversity Area». L’incontaminata foresta pluviale offre un habitat a numerose specie vegetali e animali endemiche, ad es. il pipistrello della frutta dal dorso nudo delle Salomone (Dobsonia inermis) e la volpe volante delle Salomone (Pteropus rayneri), oltre che a numerose specie di piante a rischio d’estinzione. Si tratta di un ecosistema di importanza vitale per la popolazione indigena, che assicura una protezione dalle inondazioni e garantisce una qualità dell’acqua ottimale a persone e corsi idrici. In tal modo, inoltre, rende le barriere coralline della costa ancora più resistenti al cambiamento climatico. La foresta pluviale è un elemento fondamentale dell’identità culturale della popolazione autoctona, per la quale costituisce una fonte di alimentazione e di materiali da costruzione, nonché la base dello sviluppo economico.
Basi di sostentamento alternative e gruppi femminili di risparmio
Attraverso un sistema di compensazione, il progetto consente alle famiglie di trovare nuove forme di reddito, ad esempio tramite la coltivazione di cacao, kava-kava e gelso. Nello stesso tempo, offre accesso a nuovi mercati emergenti. I membri della comunità hanno anche la possibilità di costituire piccole imprese, ad esempio negozi, oppure di investire in attrezzi ed equipaggiamento e fornire così lavori con la legna a progetti di costruzione locale.
Il progetto si è posto il particolare compito di dare alle donne l’opportunità, attraverso club femminili di risparmio (Women’s Savings Clubs), di costruirsi una base di sussistenza. I gruppi di risparmio femminili costituiscono una modalità importante e culturalmente accettata per garantire che le donne e i gruppi marginali possano beneficiare del progetto e partecipare alle decisioni finanziare della comunità. Si sono già svolti numerosi corsi di gestione finanziaria per i gruppi femminili di risparmio. In tal modo si intendono finanziare, ad esempio, le tasse scolastiche per i ragazzi, piccoli progetti comunitari e opportunità di reddito.
Inoltre, si assumono «ranger» comunitari pagati per sorvegliare e proteggere la foresta pluviale. Ai ranger vengono forniti appositi corsi formativi e risorse per imparare a gestire il territorio e acquisire le competenze necessarie per tenere un inventario forestale e occuparsi del monitoraggio della biodiversità. Un’organizzazione locale per la tutela della natura fornisce un supporto ai ranger nell’attività di controllo e di protezione delle aree attraverso dispositivi mobili che possono essere utilizzati per la raccolta dei dati nei settori di biodiversità, gestione del territorio e monitoraggio del CO₂.